sabato 10 marzo 2012



In fondo la morte non è che un passaggio, credo. Da molti anni penso alla morte: non in modo ossessivo, non con terrore, ma concedendole, sempre più, un posto d’onore, come in attesa di un ospite.
So che molti evitano di parlarne e perfino di pensarla, ma avendo avuto modo di meditarla a lungo, io la considero ormai normale.
È morto Moebius, uno degli artisti della mia gioventù. Mi spiace, ma non per lui: spiace a me, che non potrò più goderne le novità, pur potendo contare sull’immortalità di ciò che ha fatto. 
Ecco, penso questo: penso che chi muore non sta male; quello è riservato a chi rimane, che ne sentirà la mancanza, che si struggerà per la sua assenza, che avrà probabilmente rimorsi per non aver fatto tutto quello che avrebbe potuto.
Non sono in grado di dare consigli, ma vorrei comunque dire qualcosa rispetto a questo: non è necessario fare tutto quello che si pensa si dovrebbe fare; lo è, invece, osservare con consapevolezza quello che si fa e quello che no, cercando di individuarne le cause vere, profonde, senza infingimenti. 
Solo attraverso l'attenzione, la vita può essere piena, completa, senza rimpianti. E solo così si può accettare la morte: propria e altrui.

Cristiano Prakash Dorigo

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