mercoledì 23 maggio 2012

Annusare le parole a nord est

Questo che segue è un brano tratto da uno dei racconti di " homo sapiens nord est". Quando ho pensato di postarlo sul blog, mi sono chiesto perché. L'unica risposta che mi è venuta è stata: perché no? Quando uno si fa delle domande e si risponde così, meglio lasciar perdere. "... Ripensa a quella volta che quasi stavano per cadere l'una nelle braccia dell'altro. Era passato del tempo e da allora non ne avevano più riparlato. Lui stava ancora con Pul ( Clara, tre anni meno di lui, designer presso un'azienda di pubblicità, intelligente, pelle chiara, pelo pubico rossiccio, sua ossessione sessuale per tutto il tempo che sono stati insieme: vera?) e lei con Bit ( Eugenia, 37 anni, manager e co-fondatrice di un'azienda cresciuta in internet e quotata oramai in borsa, tonda con un bel viso, lesbica da sempre con naturalezza: normale?). Era nel periodo omo-simpatico e stava provando a se stessa che non faceva distinzioni sessuali. Alla fine s'era convinta di essere bi-sessuale, monogama, libertina. Gli raccontava senza pudore delle tecniche d'amore lesbico che aveva imparato da Bit; diceva che con lui si sentiva libera di confidarsi, anche perché era felicemente accoppiato con una ragazza perfetta sotto ogni punto di vista. Una notte uscivano da un concerto, lei aveva parcheggiata la macchina sotto casa di Bit, che l'aveva accompagnata ma poi non era potuta entrare, eccetera. Lui si era offerto di portarla; pioveva e non voleva si prendesse un malanno vista l'ora e il freddo che stringeva i loro corpi abituati al caldo della sala. Pul aveva troppo sonno e, visto che abitavano a due minuti da lì, aveva accompagnato prima lei a casa, e poi Cor alla macchina. Durante il tragitto stava ricominciando con la sequela di acrobazie erotiche ma lui, un po' il concerto, un po' la libido, un po' chissà cosa, le ha chiesto gentilmente se poteva interrompere e passare ad altri argomenti. Senza scomporsi iniziò a raccontare di quando, armata di dizionario di inglese, tradusse tutte le canzoni degli Smiths. Quella volta aveva scoperto la debolezza e la soggettività delle traduzioni e fece una dissertazione sui traduttori di mestiere e di come certe case editrici siano molto attente al lavoro di questi e di come, invece, certe altre se ne fottessero allegramente. Arrivati all'auto, prima di scendere, si volta verso di lui e con una mano gli prende il viso rivolgendolo decisa verso i suoi occhi. Prak rimane sorpreso da quel gesto e strabuzza gli occhi come farebbe uno scemo. Dopo una decina di secondi, gli chiede perché aveva voluto che smettesse di parlare, prima. Sta per rispondere ma lei lo ferma; gli chiede di non usare parole ma di pensarle soltanto; senza imbrogliare, però. Lui comincia a pensarci per davvero e inevitabilmente inizia a eccitarsi. Gli sembra di leggere nei suoi occhi la delusione per la prevedibilità dei maschi in generale, e di come anche lui confermasse quella teoria. invece non dice niente e comincia a muovere la testa in movimenti lenti e regolari; senza mai mollare lo sguardo, avvicina le labbra alle sue, sfiorandole ad appena un millimetro; il naso si appoggia alla sua bocca e sembra voler sentire che odore abbiano le parole che non ha detto. Con le sue bellissime mani lo accarezza sfiorando tutto il corpo, come stesse sentendone il calore più che la forma. Lui chiude gli occhi e sente di riflesso il suo calore e sembra quasi si stiano scambiando energia vitale. Poi improvvisamente lascia la presa impalpabile e lo saluta con un bacio sulla fronte e uno sguardo che lo fa sentire nudo e in balia della sua comprensione. Tornato a casa, Pul dormiva e lui non ci riuscì se non dopo aver passato una buona mezz'ora in divano con la tivù accesa su canali che trasmettevano ragazze dell'est neanche tanto belle che fingevano senza entusiasmo rapporti sessuali con voci telefoniche ansimanti dall’atroce accento veneto. ..."

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