In questo periodo
ho dovuto scrivere, correggere, collegare, leggere a voce bassa e alta i miei
testi, per la promozione del libro.
Quando devo
lavorare così, leggo meno, più lentamente, per il bisogno di riposare la mia
mente affaticata. Tra l’altro, quando le mie parole diventano più di ogni altra
cosa strumento comunicativo mediato dalla mia voce, assumono una fisionomia
altra, rispetto a come le ho pensate e scritte.
Faccio un esempio
concreto e vi invito a provare un esercizio.
Provate a leggere
ad alta voce:
“L'imminenza dell'alba offre un preludio di bellezza
irradiando un timido chiarore, intrufolandosi tra il buio e le colline che
fanno da barriera naturale alla visuale del sole che sta per alzarsi
lentamente.”
Presumo che se
avete accettato di provare l’esperimento, vi si siano arrotolate le parole, tra
R, L, T, P, B, N, ecc.
In fase di
riscrittura funzionale al reading, frasi come queste vanno provate,
tagliuzzate, sottolineate, ecc.
Se poi si accetta
di tenerle integre, per chi non è un attore, ma un autore che si legge, la
riscrittura e le prove diventano ineludibili.
In questi periodi
la lettura di altri libri rallenta. Invece di leggere tot libri in tot periodo,
ben che vada riesco a leggerne la metà, spesso anche meno.
In questo frangente
il sollievo alla nausea- sì, arrivo perfino a provare nausea, fastidio, rigetto
nei confronti dei miei testi-, è toccato a 1Q84, libro primo e secondo di
Muratami. Un tomo di 718 pagine, cui seguirà un terzo libro che Einaudi lancerà
non so quando.
Di Murakami ho
letto diversi libri, e ogni volta, la stessa sensazione, confermata anche da
quest’ultimo che il marketing declama come il suo capolavoro: se usasse un
terzo ( 1/3) di parole in meno, il libro non perderebbe in potenza e anzi,
probabilmente, ne trarrebbe giovamento.
Murakami è un
autore che consiglio. È uno scrittore capace, fantasioso, nostalgico,
malinconico, colto. Le sue trame sono articolate, complesse, mai banali. È
forse un po’ lento, talvolta lezioso, spesso riempie la pagina di mestiere, ma
non mi sono mai pentito di averlo letto; anzi, quasi sempre ne ho tratto
giovamento, a volte però, anche sollievo.
Insomma: 1Q84 ha
una trama articolata, una scrittura mai sopra le righe, calibrata, attenta, ma,
mi ripeto, in 500 pagine avrebbe raccontato tutto, forse con maggior efficacia.
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