Scene condominiali quotidiane
Il ragazzo sta controllando qualcosa sull'auto della fidanzata. Ha il cofano alzato, una bottiglia in mano, le portiere aperte per far entrare l'aria fresca mattutina, che sa di buono. È uno di quei ragazzi che non riescono a stare fermi, che sanno fare tutti i lavoretti, che sanno come funziona un cancello elettrico, dov'è il tombino delle fosse biologiche, l'attacco della pompa dell'acqua, che sa riparare quasi tutto.
Riempie la bocchetta del liquido tergicristalli e verifica che funzioni. La carrozzeria, i cerchioni, l'interno, sono immacolati.
È gente del nord est, che sa che la manutenzione è basilare, se si vuole che un bene mantenga il suo valore.
L'altro ieri stava intonacando un pezzo di parete del garage: grattare, dare stucco, malta, pittura.
Deve vendere casa: lui e la morosa han deciso di vivere insieme, di mettere al mondo qualche bambino, di comprare una casa più grande, col giardinetto, la casa di legno per gli attrezzi, l'antifurto.
Lei abita da poco con lui, e il tocco femminile si vede: geranei in terrazza, tende colorate, lenzuola coordinate, tovaglie decenti.
Il cartello "VENDESI" rosso e bianco, col numero di telefono scritto in grande. Non gli interessa prenderci soldi, basta non rimetterci; capirai, la crisi, il lavoro che è calato: è dura per tutti, ma per lui che fa l'agente di commercio di piastrelle, ramo edilizia, è quasi un tonfo, un precipizio, in termini di fatturato, coi clienti che non pagano, con le richieste quasi a zero.
La sua auto, sempre linda a livello quasi maniacale; ha sempre il bagagliaio pieno di scatolini con le piastrelle, per cui il peso la fa sembrare come in procinto di impennarsi.
Ha una voce particolare, che vien voglia di imitare: come avesse il naso un po' tappato che rende il suono delle parole vagamente comico.
Mentre la ragazza esce di casa e fa il giro per dietro, nel cortile condominiale, per prendere l'auto, lui sta provando l'efficienza del tergicristallo, ora che ha rabboccato fino al limite.
Lei svolta l'angolo e lo vede alle prese con la sua auto. Nel suo sguardo la soddisfazione, la conferma, lo stupore di vedere che il futuro padre dei suoi figli, si prende cura del mezzo meccanico, dandole così una sorta di sicurezza, di tranquillità, di solidità.
Lei è impiegata all'inps, amministrativa senza prospettive di carriera. Lei sa, lo vede ogni giorno, quanto conti l'ordine, la sicurezza, la disciplina; e ha visto in faccia la disperazione, l'inettitudine, l'imbroglio di certi titolari di azienda.
Ma lei non lo è; o meglio lo è non oltre la sufficienza. Non è pignola, maniacale; è precisa, questo sì, ma solo per quanto riguarda le faccende d'ufficio. Lei è creativa, le piace immaginare l'arredamento della casa, i fiori e le piante in giardino, fantasticare viaggi, ascoltare musica italiana.
Quando lo vede armeggiare con la sua auto, nota la sua dedizione, il suo amore. Lui non è uno romantico a parole: lo è nei fatti. Quando lei gli dice ti amo, lui risponde anch'io. Non sarà mai lui a dirlo per primo, ma la riempie di attenzioni; pratiche più che verbali, ma ognuno è fatto a modo suo.
Sarà un buon padre, tinteggerà le camere dei bambini, aggiusterà lo scarico, lavorerà ancora dalla mattina alla sera, quando la crisi passerà.
Lei gli dice buona giornata e gli dà un bacio sulle lebbra.
Lui ci sta, si guarda attorno con uno sguardo pudico, e le dice anche a te.
Lei sorride mentre fa manovra ed esce dal cancello che lui le ha aperto col telecomando.
Lui alza la mano in segno di saluto.
Poi torna in garage e si mette a rifinire il lavoro dello scorso giorno.
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