Fighe pelose e fighe depilate
Una premessa: il titolo ha a che fare con un
esperimento cui accennerò in seguito, destinato a deludere tutti: quelli che
normalmente visitano il blog, in quanto non si riconosceranno in un titolo così
volgare; e delusione speculare quelli che non verrebbero mai qui, ma che digitano in google le fighe
cui sopra.
In realtà volevo scrivere di ieri sera a Cà Tron: in occasione della prima
serata ufficiale di riapertura post occupazione, ho presentato e letto il mio
ultimo libro “homo sapiens nord est”.
La giornata per chi non fa questo mestiere, a meno
che uno non si prenda ferie, è preceduta da un normale giorno di lavoro: questo
significa che si arriva all’appuntamento un po’ stanchi, pieni di quello che
era successo prima, lontani cioè dalla poetica di cui si vorrebbe essere
portatori ( come desiderio, almeno).
Eppure, accade sempre qualcosa che è difficile
spiegare a parole, perché è una specie di salto quantico: ci si trova
all’improvviso in una dimensione diversa, e senza soluzione di continuità,
rispetto a quella immediatamente precedente: la stanchezza scompare e si viene
posseduti dall’adrenalina che sostiene corpo, mente, sentimenti, emotività, che
secca la salivazione, che rende euforici e pronti, e al contempo distratti,
ricettivi, attenti e perduti.
Cà Tron è la sede di urbanistica dello IUAV di
Venezia, e consiste, per chi non l’avesse mai visto, in un palazzo veneziano
che si affaccia sul Canal Grande, dalle parti di San Stae.
Con me c’erano: Federico, che ha presentato il
libro; Elena ed Elvira, che hanno letto con me alcuni brani tratti dal libro, i
supermarket ( Franco e Umberto), ad accompagnare le parole con un tappeto
musicale. Dopo aggiustamenti tecnici, spostamenti vari, ritardi di prammatica,
ci siamo lasciati andare alla serata.
Devo ammettere che tecnicamente ne abbiamo fatte di
migliori: del resto non era un teatro, ma una grande sala di un palazzo nobile
veneziano. Eppure come atmosfera, come scambio, come sensazioni, devo riconoscere
che è stato molto bello e intenso, seppur con leggerezza. Ad ascoltarci un
pubblico sorridente, disponibile, contento di esserci. Gli argomenti di cui
abbiamo parlato: del libro, degli altri libri, degli scrittori, dell’editoria,
dello spirito indie del mio libro inteso come oggetto industriale, delle
relazioni umane, e molto altro.
Non succede spesso di sentirsi così a proprio
agio in questi frangenti: eppure accade, e compensa tutte le volte che così non
è stato.
Di questo vorrei ringraziare chi era con me, chi ha
organizzato, chi era presente, chi non ha potuto esserlo pur desiderandolo.
Perché allora quel titolo?
Alla fine, mentre si chiacchierava amabilmente di
questo e di quello, Federico mi raccontava di come, volendo, si può
incrementare a dismisura le visite al blog: basta titolare un post come l’ho
titolato oggi, e si è letteralmente invasi da visite. Lo dico senza timor di
smentita: non sono interessato a ricevere molte visite, ma sono proprio curioso
di vedere se funziona.
Se così fosse, vorrebbe dire che il sospetto che ho, e cioè di non avere le qualità e le attitudini e le voglie per diventare una blogstar, uno
scrittore di successo, un personaggio famoso, troverebbero conferma.
E se nonostante il titolo, così non fosse, vorrebbe
dire che il sospetto che ho, e cioè di non avere le qualità e le attitudini e le voglie per
diventare una blogstar, uno scrittore di successo, un personaggio famoso,
troverebbero conferma.
Cristiano prakash dorigo
Nessun commento:
Posta un commento