domenica 20 ottobre 2013

libro elettronico

Il mio ultimo libro è diventato elettronico. Io non so quasi cosa sia l’elettronica, come funzioni, quali siano i suoi segreti e meccanismi, pur facendone un grande uso, come tutti. So invece cosa significa scrivere un libro: conosco la fatica, l’estasi, la frustrazione, la soddisfazione, i ripensamenti, la nausea che ad un certo punto le tue parole ti provocano, quando diventano solo una questione grammaticale, di correzioni, refusi, punteggiatura, e quasi smarrisce il senso unitario, perdendosi nel particolare. L’ho scritto del resto utilizzando il computer e altri mezzi elettronici, cui mi sono definitivamente arreso; a tal punto da non riuscire quasi più a farlo con carta e penna: le mie dita rispondono, a livello neurologico, dinamico, prassico, alla tastiera. L’altro giorno parlavo con un amico che ne sa, e mi diceva che in Italia le vendite di ebook sono ancora agli inizi. Poco male, pensavo: in fin dei conti qui non si tratta di numeri, ma di qualcosa di ben più personale: si tratta di ego, di immortalità, di internet. Si tratta di non uscire mai dai cataloghi, di non dipendere dalle pile nelle librerie, pagate a peso d’oro. Si tratta della trasformazione tecnologica delle idee. Insomma, poche righe sul mio blog me le potrò pure concedere per rendere pubblica una sensazione privata, intima. Quella del confronto, eterno, irrisolto, misterioso, della produzione di parole, tra un emittente e un ricevente, che potenzialmente diventa internazionale e accessibile a chiunque, ovunque sia. Quella per cui l'incognita è la costante. Quella della relazione tra autore e lettore.

Nessun commento:

Posta un commento