la seconda parte dell'intervista.
avrei molto da scrivere, ma scriverò poco, e a proposito di un argomento che ne comprende molti.
ad un certo punto dico che non è un libro da classifica, ed è vero. Non lo è perché parla di sintomi, di morte, di vita, di sofferenza, di anzianità, di disagio, che sono argomenti forti e attuali, ma di cui nessuno ha voglia di parlare, né tantomeno di leggere. Naturalmente, sottotraccia, ci sono concessioni all'ironia, all'idea di ricostruzione dell'esistenza, alla consapevolezza che diventare vecchi senza aver vissuto, o comunque sopravvivendosi addosso, ha poco senso. E che droga e sesso, sono appunto sintomi.
Ma tutto ciò, che sia sopra o sottotraccia, non interessa le classifiche.
Un'ultimo invito: se qualcuno vuole invitarci per reading, per letture sceniche, per presentazioni, per "parole a domicilio", è il benvenuto.
Cristiano
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