martedì 3 luglio 2012
L'estate è un'infinità di adesso
L' estate è per me un periodo che comprende simultaneamente stacco e aderenza.
Lo è senza struggersi per la contraddizione, quasi si prendesse una vacanza dal giudizio.
In questo periodo il mio corpo manifesta quanto mai la sua presenza attraverso alcuni sintomi. Prima di descriverli, apro una piccola parentesi sul concetto di corpo.
A lungo ho considerato il corpo come una delle tre componenti principali che formavano me: corpo, mente, anima. La vita poi, con la sua dolce durezza mi ha invitato ad approfondire il concetto, ad andare al di là di quella che è la credenza diffusamente riconosciuta, anche se forse mai verbalizzata, ma di certo agita, in questa parte di mondo. Si nasce e si cresce con l'idea che ci sia uno spirito che galleggia in uno spazio indefinito ma puro, e che ci siano emozioni, reazioni, tentazioni che mettono a dura prova la bontà di quell'entità fluttuante. Ebbene, non è così: noi siamo un tutt'uno, siamo un insieme di tecnologia naturale che si muove in sincrono. Quando così non è, quando ci si dimentica qualcuna di queste componenti, il corpo reagisce. E lo fa non perché sia vendicativo o cattivo: lo fa perché il suo compito è quello di mantenere un equilibrio, a prescindere dalla nostra volontà o della nostra memoria.
Ci sarebbe a dire il vero da dire sul nostro valore oggettivo nell'infinito, di quanto siamo a malapena un'idea limitata, un granello infinitesimale, una manifestazione gassosa impermanente, ma perderei tempo e non sarei abbastanza accattivante da convincere chicchessia a continuare a leggere questa mia.
Dicevo dei sintomi che il mio corpo manifesta.
I più evidenti, insieme alla spossatezza che tutti conosciamo, si evidenziano sul collo, sull'ascella destra, sull'incavo del braccio destro: delle "cotture" che mi tormentano non poco. Quando fa il caldo che fa in questi giorni, il mio sudore diventa una sorta di acido che, scorrendo, provoca delle piccole ferite che diventano rosse e mi graffiano la pelle, già delicatina come quella di un bimbetto- infrangendo così le mie aspirazioni di uomo duro, coriaceo, maschio-, in quanto, penso io, molto secca. Il sudore ha la funzione di idratare la pelle, e così fa; a me però provoca questi fastidi, questi segni rossi accesi.
Ma è pur vero che l'estate alleggerisce la percezione del tempo, la sensazione di pesantezza gravitazionale, invita alla spensieratezza e alla relativizzazione dell'esistenza.
A me capita di pensare che, ad esempio, se piove, poco importa perché tanto ci si asciuga in fretta. Oppure che anche se è tardi e si dorme poco, la mattina seguente il sole ti solleva le palpebre e ti invita a svegliarti e vivere.
Questa settimana ho dormito poco per il troppo caldo e il mio corpo fatica a tollerare questa lenta pesantezza.
Ho letto che a causa del surriscaldamento del pianeta si sta alzando il livello di calura, a tal punto che le temperature del sud europa saranno come quelle africane, e che quelle del sud, si trasferiranno nel nord Europa. In pratica: Roma come Algeri, Berlino come Roma.
Concludo questi miei pensieri sparsi.
Non so se sia un bene o se rovini l'atmosfera. Volevo parlare delle vacanze che quast'anno non farò. A dir la verità succede da un paio d'anni, da quando la cosiddetta crisi ci ha investiti, a diversi livelli e con differenti conseguenze, ma dalla quale nessuno è escluso.
Penso alla mia infanzia e gioventù, durante le quali mi potevo concedere, con la famiglia, almeno un paio di mesi fuori città, andando in montagna.
Passati decenni da allora, ora siamo a questo punto. Quella che per me era normalità, ora è mancanza. Penso anche, però, che questo ci sarà utile a riportarci coi piedi per terra, a farci riflettere su ciò che è necessario, e ciò che no.
Penso che sia l'occasione per rimetterci tutti a pensare che la vita può essere un'occasione, un percorso, un.'opportunità. Troppo spesso è battaglia, passerella, finzione.
Non lo scrivo per chiudere col predicozzo. Lo faccio perché credo che non sia mai troppo tardi, e che tutto ciò che siamo, che abbiamo, è solo questo stesso momento.
Proprio questo, non altri: il nostro tempo è questa infinità di adesso.
L'invito estivo è di non perderlo, di non dimenticarcene, di viverlo in pienezza.
Cristiano
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