sabato 16 giugno 2012
Diaz
Nel mio precedente libro, avevo scritto un racconto su Genova. Volevo privilegiare la prospettiva soggettiva di un evento collettivo, e dire, in un momento ancora caldo di emozione, che tutti, manifestanti e forze dell'ordine, sono persone perfettibili e tendenti all'esperienza dell'errore: e in alcuni casi, in modo evidente, con istinti bestiali e agiti spietati.
Sono uscito da poco dal cinema dopo aver assistito ad una proiezione personale: ero solo in sala, e non mi era mai successo prima. Mi sentivo padrone, e come tutti i padroni, solo.
Devo confessare che il film non mi è piaciuto. Secondo me va visto, benché durissimo e a tratti faticosamente sopportabile nella crudezza, perché quello che è successo è di una gravità imperdonabile. E tuttavia, secondo me, in certi momenti è proprio brutto, caricaturale, scontato.
Se l'intento era di far male, di fissare e rendere indimenticabile un momento storico incivile e brutale, c'è riuscito.
Se invece l'obiettivo era fare arte, se era l'immortalità, l'universale, allora no: siamo lontani.
Cristiano prakash dorigo
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