domenica 29 dicembre 2013

gli insulti alla ragazza e la mancanza di consapevolezza

Leggo con imbarazzo e tristezza degli insulti alla giovane ragazza malata, la quale ha detto e scritto di essere in vita grazie agli esperimenti sugli animali.
Premetto che da circa vent’anni sono vegetariano, e che da due e mezzo lo è anche mia figlia quasi sedicenne. La mia scelta, allora, è riassumibile nel seguente concetto: non voglio più mangiare esseri viventi. E così ho fatto, faccio, e credo farò per il resto della mia vita.
Non so se questo mi dà l'autorizzazione a dirne qualcosa; rimane inoltre il fatto che non ne ho mai avuto bisogno - di patentini - per dire la mia.
Credo che la ragazza in questione - non aggiungo altro sul suo stato di salute: ne han parlato in molti - abbia il diritto quello che pensa, anche se questo pensare contrasta con molte sensibilità che vedono la difesa degli animali come fondamento della propria esistenza. Molte delle persone che conosco hanno forme di radicalità su certi argomenti: la fame nel mondo, la religione,la letteratura, la violenza d genere, l'ambientalismo, la salute mentale, la politica, l'immigrazione, i diritti delle minoranze, eccetera.
Penso che ciascuno di loro abbia buone ragioni e buoni torti, e che nessuno di loro superi nella computa di questi, nessun altro.
E' forse giusto avere degli ideali, purché si sappia bene quanto ci possono allontanare dall'equilibrio, dalla realtà, dall'impedirci di vedere le ragioni altrui.  
Disapprovo perciò la deficienza di vedute di quei microcefali che l'hanno insultata adducendo le loro misere ragioni, che in questo caso si trasformano in miseri torti.
Non posso concludere senza dire qual'è la mia, di estremità. Sarei al contrario il solito fighetto di turno che guarda le cose dalla parte giusta e sentenzia sulle debolezze degli altri, dando quasi a intendere che lui - io, in questo caso, se non mi dichiarassi - non ne abbia.
Ebbene, io credo che il mondo sia diventato un posto di merda, e che io stesso ne ho responsabilità, nella misura in cui ognuno di noi ne ha. Credo che sarebbe un posto più pulito e amabile se tutti noi praticassimo la meditazione con regolarità. Lo dico perché l'ho praticata per anni, e grazie a questo, ho potuto scoprire quanto fossi intasato, inquinato, farcito, colmo di sovrastrutture, di "mentalità", di ego tracotante, di paure. Non che ne sia esente, adesso; anzi. Ma ne sono pienamente consapevole, senza più infingimenti.
Ecco dunque qual'è il punto, secondo me: la consapevolezza.
Dovremmo esserne tutti consapevoli.
Cristiano

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