sabato 17 agosto 2013

resistere non serve a niente

Alle 14.45 di sabato 17 agosto ho finito “resistere non serve a niente” di Walter Siti, uno dei migliori romanzieri viventi, vincitore stupefacente del premio strega - il premio strega vinto da un romanzo bellissimo? -.

Che dire del libro?
Con la solita abilità e sapienza, scrive un romanzo in cui racconta come la finanza domini il mondo; e lo fa al solito, raccontando uomini le cui debolezze sono la ragione, o l’ossessione, che li tiene in vita, seppur in apnea nei propri abissi, mostrandoli nelle loro pieghe più segrete e scabrose.
Punto.

Mi mette sempre in condizioni di detestarlo a tratti, e al contempo di amarlo nella sua complessità. Siti svela le sue bramosie, le sue bassezze, le difficoltà che sono, nello specifico, le sue, con cui tutti dovremmo fare i conti per convivere coi nostri mostri, che spesso ci ostiniamo a negare.
Certo lui ha le sue, che sono lontanissime dalle mie: ma mi dice che se ho la pretesa di “essere” - qualunque cosa io creda di essere -, le molte deformazioni e perversioni con cui convivo, non le posso negare: sono parte di quello che io sono.

Consiglio di affrontare Siti, a partire dalla famosa trilogia iniziata con “scuola di nudo”: stavo per scrivere “ consiglio a tutti”, ma poi ho omesso “a tutti”; in realtà mi sento di consigliarlo ai lettori forti, a chi vuole scavare, attraversare gli strati di cui questi romanzi bellissimi e complessi sono formati.
Ci sono scrittori che per tecnica e cultura sono inarrivabili: Siti è tra questi.


...“
tutto si incendia nella solita, sghemba, prevedibile felicità - e vada affanculo la primavera araba”...

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