martedì 10 luglio 2012

Egoismo della conquista e della noia: Cadevo nel mio inferno

Ricordo ancora nitidamente la scena/ Eravamo nei tavolini all'aperto,/ Nel giardino interno di un bar/ Io alla tua sinistra,/ Triste e sinistro,/ Gomiti appoggiati al tavolino/ Tu a destra,/ La mano a sostenere la testa/ Mi guardavi e ascoltavi/ La mia confessione iniziava mesta/ E pian piano lacerava la carne,/ Perdeva sangue e sudore/ Tu ascoltavi impassibile/ Poi leggeri smottamenti/ Fino alla commozione sincera/ Sentivo che solo dicendo tutto/ Mi avresti concesso/ Una possibilità/ Eri arrabbiata e indisponibile/ Ma di fronte alla nudità/ Ti concedevi alla compassione/ E io continuavo a parlarti/ La voce bassa supplicante/ Disponibile al martirio/ A quel punto eravamo alla pari/ Ti avvicinavi un poco/ Mischiavi con me il respiro/ Ci alzavamo, eravamo vicini/ Allungavo la mano dietro la nuca/ Ti carezzavo il collo/ Ti scioglievi un po'/ Accettavi il tocco/ Dicevi "sento ancora i brividi"/ Al quel punto la conquista e la noia/ Cedevo di nuovo al torto/ Cadevo ancora nel mio inferno

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