venerdì 14 dicembre 2012

Intervista cà foscari 2


D2- i racconti sono divisi in “storie” e “sensi” a nord est: come nasce questa divisione?

R2- il libro contiene quindici racconti, divisi in due capitoli: quelli appunto da te citati.
Rispondo facendo un giro largo, ma arrivo.
Innanzitutto direi che i riscontri che ho avuto, quelli più tecnici intendo, e che riconosco come i più competenti- anche se mi hanno fatto molto più piacere quelli spontanei, sentiti, emozionati-, dicono sostanzialmente due cose: uno, che alcuni racconti, più che tali, sembrano estrapolazioni di un potenziale romanzo; due, che alcuni di questi non sono tecnicamente “racconti”. Io condivido queste osservazioni: un racconto dovrebbe iniziare, svilupparsi, concludersi, e non tutti hanno questa struttura.
Il primo capitolo, che comprende dieci storie, contiene racconti i cui personaggi descrivono, o vengono descritti, secondo una categoria sociale, sociologica, con  caratteristiche concrete, reali, verosimili: si inizia con un lavoratore di supermercato, poi un impiegato, un anziano, un tossico, due coppie che si recano ad Amsterdam per sublimare e liberare le proprie frustrazioni, un prete che decide di incontrare la sua ossessione, un vecchio che scrive al presidente e si racconta, un quarantenne e i suoi amici che non si rassegnano al tempo che passa e fanno le stesse cose da decenni, in questo caso una festa, ecc.
Nel secondo capitolo, invece, il racconto si sviluppa attraverso gli organi sensoriali: si inizia con gusto, racconto fantasmatico dedicato a Bortolozzo, vittima delle logiche mortifere del profitto, in questo caso del petrolchimico di Marghera; per passare a olfatto, suddiviso in tre brani autobiografici, che tratta della nascita e della morte come esperienze topiche; tatto, sulla fine di un amore; udito, sull'ascolto di una storia nella storia di un'esperienza pesantissima; per concludere con vista, lettera d'amore di un partigiano-poeta ambientato in Cansiglio, durante la seconda guerra mondiale.
Aggiungo infine che il capitolo "sensi" risale a un progetto riguardante un ciclo di letture che, insieme ai miei "soci", avevamo deciso di proporre in versione reading, nei palcoscenici che ci hanno ospitato in questi ultimi anni. Si era pensato che rifarci a una tematica, avrebbe consentito a ciascuno di noi di seguire una stessa traccia. Mi pare evidente che per le "storie", sarebbe stato più complesso.


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