Quando
pubblichi con una piccola casa editrice sai di essere, nel tuo piccolo, fortunato.
Lo
sai per una serie di buone ragioni di cui potremmo anche parlare; al contempo
sai che la possibilità di essere un autore comprato e letto, è proporzionale
alla grandezza dell’editore. Questo, in generale: sono ammesse, e forse
segretamente auspicate, le eccezioni. Gli aspetti positivi riguardano
soprattutto il rapporto diretto con l’editore- nel mio caso, editrice-, la
contrattazione e compartecipazione nelle decisioni che contano- editing,
copertina, titoli, promozione, ecc-. I negativi, specularmente, sono gli
stessi: tutto questo costa fatica. La differenza più evidente con un grande
editore è la visibilità, ed è inutile spiegarne le ragioni, che sono logiche ed
evidenti.
Con
la mia piccola editrice, mi sono spesso dilungato in chiacchiere e, insieme,
siamo giunti alla condivisione della seguente idea: questo libro si
caratterizzerà per l’auto-marketing. Provo a riassumerne le ragioni: partendo
dal presupposto che ci sono molti scrittori e pochi lettori, molti libri e
scarse vendite; che i costi di una normale distribuzione incidono in modo
determinante sul costo finale del libro, che girano pochi soldi e molte persone
non sono disposte a spenderne per un autore poco conosciuto.
Detto
questo, che fare? Ecco cos’abbiamo deciso: il libro sarà disponibile in
versione cartacea e e-book. Per quanto concerne la versione elettronica, si
potrà acquistarla in rete come qualsiasi altro libro. La versione cartacea,
invece, sarà proposta attraverso canali meno convenzionali: lo si può ordinare
direttamente dall’editrice, oppure, preferibilmente, invitarci a presentazioni
nei luoghi preposti (librerie, biblioteche, radio, televisioni, caffé
letterari, teatri, ecc.), dove possiamo proporre letture, al fine di far
assaggiare il libro in maniera diretta.
A
questo libro sono legati diversi progetti: supermarket nord est ( di cui facciamo parte io, in qualità di
autore e lettore, Franco Belcastro, dj set e gestione tecnica musicale, Umberto
De Vicaris, chitarrista e co-gestore della parte tecnica), con cui faremo reading
creativi (sempre diversi,
con ospiti che variano a seconda del luogo); parole a domicilio (letture a domicilio, in luoghi pubblici,
in casa di chi vorrà invitarci, in occasione di feste, cene, ecc.); progetti
multimediali (video e
audio), rete (blog, fb,
twitter, youtube, ecc.). Il tutto è ancora in fase di definizione, ed è
probabile che così sarà sempre, secondo il concetto di work in progress: la
filosofia di base è quella di portare idee e concretizzarle, di fare e
produrre, collaborando con altre persone.
L’unica
possibilità del libro è il passaparola. Invito chiunque l’abbia letto, a dirne
qualcosa, di consigliarlo e regalarlo se gli è piaciuto, di confrontarsi -e di
regalarlo a chi detesta-, se non gli è piaciuto. Un altro invito, ancor più
importante, è di venire a vederci, o ancor meglio, di invitarci: la questione
che più ci intriga e appaga, è stare insieme ad altre persone, conosciute o non
ancora, e parlare, progettare, interagire, abbracciarci, sorridere.
Pensateci.
Cristiano
